verso una definizione della nostra identità.
La nostra attività era stata all'insegna del pionierismo e - come per un tacito accordo - si erano lasciate in ombra le aspirazioni che ciascuno di noi nutriva.
Superate le prime difficoltà, sorse spontaneo il bisogno di chiarire i nostri rispettivi orientamenti.
L'occasione venne con la laurea di Valentina D'Urso.
La D'Urso aspirava alla carriera universitaria e prospettive in tal senso a Catania erano piuttosto remote; decise quindi di trasferirsi a Padova per iscriversi alla scuola di specializzazione che frattanto vi si era aperta.
Si trovò bene e proseguì la carriera nella stessa Università, dove attualmente insegna.
La Guarrella era più orientata a svolgere attività professionale; non vedeva quindi con eccessivo entusiasmo investimenti in campo sociale, senza ritorno sul piano lavorativo personale. Decise quindi di seguire una via propria.
Dei promotori iniziali rimase solo chi scrive (per raccontar la storia... ma non solo!), orientato a svolgere attività di ordine sociale, con l'idea, forse utopistica, di finanziarle coi proventi dell'attività professionale privata.
Il primo passo fu di intensificare i contatti coi numerosi simpatizzanti che gli si erano stretti attorno, animati anche loro da interessi puramente sociali.
Per creare un maggiore affiatamento e giungere ad una concordanza d’idee, si organizzarono le riunioni del martedì, protratte settimanalmente per diversi anni: si trascorreva la serata a discutere la programmazione delle attività di sensibilizzazione ai problemi psicologici, sociali e familiari e nello stesso tempo, attraverso uno scambio interdisciplinare e per amalgamare le idee di cui il gruppo si faceva portatore nei corsi e nelle conferenze al pubblico; come a simboleggiare la convergenza nella diversità, faceva parte integrante degli incontri il rito delle tartine, amorevolmente preparate da volontarie che interpretavano i gusti di ciascuno (non dovevano mai mancare quelle con uovo sodo e maionese per il Prof. De Luca, con burro e succedanei del caviale per il sottoscritto...).
Il giorno dell'Epifania, l'incontro era allargato a tutti gli amici coi quali in qualche modo eravamo entrati in contatto, abitudine questa che persiste ancora.
Gli incontri - culturalmente stimolanti - crearono le premesse per l'elaborazione del sistema psicoterapeutico che accomuna il nostro gruppo, poi pubblicato nel volume Il punto di vista integrazionale in psicoterapia, edito per la prima volta nel 1982 e riproposto in questo volume.
L'ambizione dei collaboratori era di dar vita ad un organismo di pubblica utilità che sopperisse alle carenze in atto esistenti e continuasse ad operare sopravvivendo alle persone; si pensò alla costituzione di un ente morale ed il primo passo era la costituzione di un'associazione.
Se ne discusse per parecchi mesi ed il primo dicembre del 1970 fu legalmente costituita da un gruppo di 30 soci fondatori, con atto rogito dal compianto notaio Avv. Mariano Roccuzzo, anch'egli nostro collaboratore.
Si scelse il nome, poi rimasto definitivo di ISPASA, Istituto Siciliano di Psicologia Applicata e di Scienze Antropologiche; la dizione Antropologiche fu presa nell'accezione generale di umane, in modo da potervi includere le scienze dell'educazione, la sociologia, la medicina, l'etica, la religione, ...
ELENCO DEI SOCI FONDATORI
(Come risultano dall’Atto Costitutivo)
Dott. Tommaso Auletta, magistrato.
Dott. Piero Banna, medico.
Prof. Filippo Calafiore, professore.
Signora Marianna De Grandi in Calafiore, studentessa
Sac. Antonino Calanna, professore.
Sac. Salvatore Consoli, professore.
Sac. Simone Consoli, professore.
Prof. Francesco Capodanno, preside.
Avv. Franco De Luca, avvocato.
Signora Elisabetta Schmidt in De Luca, chinesiterapista.
Dott. Emanuela Di Bella, psicologa.
Prof. Enrico Falcidia, ginecologo.
Dott. Giuseppa Fazio in Fichera, casalinga.
Prof. Giuseppe Fichera, doc. universitario.
Prof. Rosario Fichera, preside.
Sac. Alfio Fisichella, professore.
Avv. Domenico Frosina, avvocato.
Dott. Giuseppe Giuffrida Longo, medico.
Dott. Salvatore Lanzafame, endocrinologo.
Sac. Adolfo Longhitano, professore.
Sac. Francesco Longhitano, professore.
Prof. Luigi Minio, professore.
Avv. Francesco Magnano di S. Lio, avvocato.
Signorina Minio Nunzia, studentessa
Sac. Antonino Minissale, professore.
Prof. Francesco Nicoletti, doc. universitario.
Prof. Vincenzo Rapisarda, doc. universitario.
Mons. Carmelo Scalia, sacerdote.
Prof. Gino Schilirò, medico.
Dott. Antonino Falsaperla, medico.
Sac. Francesco Gaudioso, sacerdote.
Alcuni collaboratori non erano materialmente presenti al momento della costituzione e vi aderirono successivamente; altri, interessati alle attività sociali che si svolgevano, chiesero in seguito l'ammissione all'Associazione, sia pure per dare un sostegno esterno col loro prestigio.
ADESIONI SUCCESSIVE
S. Ecc. Mons. Ignazio Cannavò, vescovo ausiliare di Acireale.
Avv. Federico De Geronimo, civilista.
Prof. Enzo De Luca, medico, docente universitario.
Dott. Italia Feltri, Assistente sociale.
Dott. Lucia Varvaro in Fichera.
Prof. Rino Fichera, cardiologo, presidente provinciale CRI.
Dott. Nicola Grassi, provveditore agli studi di Catania.
Prof. Antonino Leocata, pediatra.
Sac. Luigi Luggisi, professore.
Dott. Antonino Mannino, dermatologo.
Prof. Aldo Nigro, medico, docente universitario.
Don Antonino Visalli, insegnante.
Prof. Giuseppe Zangrì, pediatra.
Accanto a loro tanti altri collaboravano in modo informale, coinvolti dall'entusiasmo che si era venuto a creare.
Furono iniziate le pratiche per il riconoscimento di personalità giuridica, ma ci s’imbatté in un ostacolo allora insormontabile: poter dotare l'Associazione di cespiti che ne assicurassero il funzionamento per il futuro.
Noi disponevamo solo di buona volontà, ma pare che per il Ministero ciò non bastasse e la razza dei benefattori sembrava fosse in via d’estinzione.
Frattanto il contesto sociale si andava modificando: i servizi che noi pionieristicamente fornivamo cominciavano ad essere attuati dagli enti pubblici ed il frutto dei nostri sacrifici avrebbe rischiato, col passare del tempo, di essere annoverato fra gli enti inutili.
Nello stesso periodo, un elemento nuovo veniva ad inserirsi nel quadro nazionale: il sorgere nelle università italiane - Padova e Roma per prime - dei corsi di laurea in psicologia. L'affluenza fra i giovani catanesi fu notevole, ma non tutti avevano la possibilità o la volontà di trasferirsi nelle rispettive sedi universitarie. Molti di loro fecero punto di riferimento il nostro Istituto, sia per frequentare cicli di lezioni tenuti presso di noi da alcuni professori dell'Università di Padova, sia per l'utilizzazione della biblioteca e d’altri servizi di cui l’Istituto disponeva.
Questo afflusso in una fase di assestamento dell'Istituto provocò una certa confusione, ma nello stesso tempo costituì un vivaio da cui emersero i primi psicologi che completarono la loro formazione professionale in seno all'Istituto stesso.
Molti di loro non resistettero alla tentazione del concorso per ottenere un posto presso gli enti pubblici; altri continuano il loro lavoro in seno alla nostra organizzazione.
La nuova situazione venutasi a creare ci fece desistere dal proposito iniziale e ci indusse a prendere in considerazione la forma cooperativistica.
L'Associazione iniziale continuò la sua esistenza col compito di promuovere le attività d’ordine sociale.
Accanto ad essa, nel '79 il gruppo che svolgeva regolare attività professionale all'interno dell'Istituto si costituì in società cooperativa, divenuta, in seguito all'emanazione della relativa legge, cooperativa di solidarietà sociale.
SOCI FONDATORI DELLA COOPERATIVA
Baraldo Valmara, psicologa. Bozzaro Paolo, insegnante. Castiglione Antonina, impiegata. Condorelli Anna, assistente sociale. Di Mauro Maria, consulente familiare. Grasso Giovanna, impiegata |
Greco Innocenza, consulente familiare. Leonardi Elisabetta, assistente sociale. Minio Luigi, psicologo. Minio Nunzia, medico. Petronio Rocco, psicologo. Saraceno Aurelio, psicologo. |