Parte I - Un po' di STORIA
Era l'inizio del 1963.
All'Istituto di Psicologia dell'Università di Catania un gruppetto di giovani collaborava a titolo di volontariato nell'organizzazione delle attività, nei tentativi di ricerca scientifica e nell'orientamento psicologico degli studenti universitari.
Tre collaboratori insoddisfatti e irrequieti si trovarono concordi sulla proposta di una soluzione alternativa alla situazione di precarietà che si viveva in quel momento.
Erano: Valentina D'Urso, studentessa di lettere, che aveva fatto il passaggio alla facoltà di filosofia per meglio dedicarsi allo studio della psicologia; la compianta Anna Maria Romano Guarrella, laureata in lettere ed assistente sociale presso il tribunale dei minorenni di Catania; Luigi Minìo, l'unico, a quel tempo, a possedere un regolare titolo accademico specifico e con un certo bagaglio di esperienza. Terminati, infatti, gli studi di teologia a Catania, di filosofia alla Pontificia Università Gregoriana di Roma e di psicologia all'Università di Lovanio, in Belgio, aveva seguito a Vienna la psicanalisi con la dottoressa Thea Genner, analista didatta della locale Società Psicanalitica. Oltre a lavorare in seno all'Istituto di Psicologia, era stato supervisore del gruppo di psicologi del Centro medico-psico-pedagogico dell'Ente Nazionale per la Protezione Morale del Fanciullo, svolgeva regolare attività di psicodiagnostica presso la Casa di cura per malattie nervose e mentali L'Ulivo del Prof. Angelo Majorana, dirigeva la sezione di psicologia dell'Istituto di Igiene Mentale della Provincia ed insegnava psicologia in diversi istituti parauniversitari di Catania.
I tre, dopo mesi di progettazioni e tentennamenti, decisero di seguire una via autonoma; la collaborazione con un neuropsichiatra, il compianto Dottor Alfonso Campione, diede vita al Consultorio di psicologia clinica ed applicata ed ebbe così inizio, in un ampio appartamento, preso in affitto al secondo piano di Via Androne 39, l'avventura culturale e di servizio che si protrae ormai da quarant’anni.
Non lo sapevano allora, ma proprio in quel punto, all’incrocio tra la Via Androne e la Via Dottor Consoli, alcuni anni prima era stata scoperta - nel complesso di una necropoli paleocristiana - una basilica costruita forse sul sepolcro di Sant’Agata; la notizia del ritrovamento era passata quasi inosservata e la speculazione edilizia aveva rapidamente coperto con una coltre di cemento quanto rinvenuto.