la nuova sede.
L'appartamento preso inizialmente in affitto in Via Androne, sebbene accogliente, si era rivelato ben presto insufficiente a contenere le molteplici attività in via di sviluppo. D'altro canto, la continuità dell'opera rendeva necessaria una sede definitiva.
Questi motivi spinsero ad acquistare nel '71 una sede più ampia e più idonea.
Alla luce dei primi sette anni di attività, gli ambienti furono completamente ristrutturati in funzione delle attività da svolgere.
Accanto ai muratori che vi lavorarono per 18 mesi, tutti i collaboratori diedero il loro contributo improvvisandosi artigiani e lavoratori di supporto, in un clima di entusiasmo che coinvolgeva gli amici che più o meno occasionalmente venivano a trovarci, fidanzati compresi.
Gianni Lo Castro, Rocco Petronio, Nunzia Minio, Antonella Castiglione, Giovanna Grasso vi lavoravano costantemente a pieno ritmo fin dall’inizio; vi si aggiunsero ben presto Salvo Zerbo, Maria Di Mauro, Aurelio Saraceno, Salvo Catania, Graziano Castiglione, Aurelio Reitano, Enrico Renzi e tanti altri. Molti dimostrarono come abilità acquisite in altri campi professionali potevano trasferirsi in settori forse meno prestigiosi; fu il caso, ad esempio, di Nino Travagliante, medico ospedaliero, ma anche pazientissimo nel lavare le cozze per la cena (rientrava anche questo nel lavoro) o di Toto Saporito, medico otorino, rivelatosi particolarmente esperto nel tagliare la gommapiuma per le imbottiture di poltrone.
Le potremmo considerare follie giovanili, che potevano entusiasmare in altri tempi, ma le ricordiamo con piacere ...
Per motivi d’ordine terapeutico, abbiamo sempre rivolto particolare cura alla zona di accoglienza.
Gli utenti che abitualmente si presentano, hanno spesso problemi che non sono riusciti a risolvere da soli; motivo prevalente dell'insuccesso suole essere la rigidità che porta ad analizzarli, spesso esasperatamente, ma sempre dalla stessa angolatura. Il primo problema che ci siamo posti è di comunicare all'utente che entra nell'Istituto un messaggio non verbale d’invito alla destrutturazione degli irrigidimenti interiori.
A questo fine, l'ingresso originariamente immetteva in un'ampia sala d'attesa, suddivisa in box per assicurare la riservatezza a chi l’avesse desiderato; il percorso era interrotto ed obbligava a fiancheggiare una lunga vetrata che delimitava un ampio terrario (circa 20 metri quadrati) costituito da un ambiente roccioso con laghetti, cascatelle e zone di vegetazione intensa.
Vi convivevano un coccodrillo, scimmiette, scoiattoli, iguane, volpi volanti ed altri animali.
Col cambio dell’ingresso, disponendo di meno spazio, ci siamo limitati alla costruzione di acquari con riproduzione di fondali marini.
L'utente arriva aspettandosi un asettico e convenzionale studio professionale; con sorpresa si trova di fronte ad uno scenario inconsueto e strano. Attraverso il disorientamento ingenerato gli si comunica - a livello non verbale - che si trova in un luogo dove può abbandonare gli schemi mentali rigidamente strutturati per scoprire altri aspetti della realtà e di se stesso, che può intraprendere senza inquietudini l'esplorazione di parti remote ed insospettate del suo essere, per ritrovarvi forse l'ispirazione e la sorgente di un nuovo modo di esistere.