PREMESSA

 

Intendiamo col termine psicoterapia un trattamento psicologico, mediante il quale un operatore opportunamente preparato realizza una particolare esperienza di rapporto umano con l'utente che a lui si rivolge, allo scopo di alleviare un suo stato di disagio psichico.

Questa definizione, strettamente pragmatica e allo stesso tempo ampia e generale, costituisce, con le riflessioni ad essa connesse, l'attuale punto di arrivo di una ricerca empirica che il nostro gruppo già conduce da oltre un ventennio; l'esperienza di ogni terapia, che abbia raggiunto o meno l'obiettivo previsto, ha costituito per i singoli operatori e per il gruppo, lo spunto di riflessione e di analisi che ci ha portato a successivi aggiustamenti delle posizioni teoriche.

 

Nella definizione proposta, due concetti meritano un accurato approfondimento:

 

1. L'oggetto: alleviare uno stato di disagio.

 

2. Le modalità di intervento: una particolare esperienza di rapporto umano.

 

Il presente lavoro sarà quindi articolato in due parti: nella prima, parlando dell'oggetto, esporremo la nostra concezione della normalità e del disturbo psichico; nella seconda, parlando delle modalità di intervento, tracceremo nelle grandi linee il sistema terapeutico a cui si è pervenuti.

Tutta la trattazione avrà un carattere puramente introduttivo e programmatico; sarà affrontata in modo piano ed accessibile ad operatori sociali di qualsiasi orientamento ed anche ai non addetti ai lavori, evitando volutamente ogni tecnicismo ed ogni concetto che richieda conoscenze strettamente specialistiche. Fra l'altro c'è da considerare che ogni scuola ha creato dei neologismi passati più o meno rapidamente nel linguaggio corrente, spesso con una certa sfocatura rispetto al loro significato originario; il volere usare tali termini nel loro uso corrente avrebbe portato confusione, come, il volervi ricondurre alla loro accezione originaria sarebbe diventato problematico e difficoltoso per il lettore non introdotto al linguaggio di quella singola scuola. La scelta del loro non uso ci obbliga a dei giri di frase od a perdita di incisività; siamo inoltre perfettamente coscienti di poter apparire in certi punti eccessivamente schematici e riduttivi, ma preferiamo per il momento questo rischio a quello di riuscire poco comprensibili.

Il lettore noterà che non nutriamo alcuna prevenzione per qualsiasi altro orientamento psicoterapeutico, tranne che per l'atteggiamento di depositari della verità che i fautori di alcuni di essi a volte assumono.

Il nostro discorso non è rivolto a psicoterapeuti fideisticamente inquadrati in un determinato sistema: a costoro non abbiamo nulla da dire. D'altra parte, la nostra proposta, giudicata partendo dal loro punto di vista, risulterà necessariamente incongruente.

Noi intendiamo rivolgerci a coloro che non sono schierati su una trincea o che, pur avendo un loro orientamento intendono conservare la disponibilità a prendere in considerazione altre alternative.

Il tumultuoso sviluppo e la varietà di studi, di ricerche e di orientamenti sembra oggi aver mandato in tilt la psicologia clinica e la psichiatria: ci si trova di fronte ad una enorme mole di dati non sistematizzabili per mancanza di un punto di riferimento alla cui luce interpretare ogni nuovo elemento.

Nel passato erano le teorie o le scuole psicologiche ad assolvere a questa funzione; oggi la loro leadership va venendo sempre meno e si pone il problema della ricerca di un qualche principio unificatore più vasto, se non si vuole slittare nel puro eclettismo; anche se a questo termine non intendiamo dare alcuna connotazione negativa.

A nostro avviso il problema può essere superato sul piano operativo andando a ritroso, ponendo cioè come punto di riferimento uno dei principali obiettivi ai quali la psicologia clinica e la psichiatria tendono: la psicoterapia ed i reali problemi ad essa connessa; da questo punto di vista si potrà risalire per strutturare e verificare le posizioni teoriche.

E' il lavoro che aveva fatto originariamente la psicoanalisi, prima che si chiudesse nella propria torre d'avorio sottovalutando gli apporti delle scuole di psicoterapia che si sono sviluppate numerose e vitali negli ultimi decenni.

La più opportuna ci sembra oggi quella di prendere in seria considerazione tutto ciò che si rivela utile sul piano operativo ai fini del successo terapeutico, senza alcun pregiudizio, e trovare un nesso che concettualmente lo unifichi, anche se nell'attuale formulazione tale nesso possa apparire tenue.

E' un procedimento analogo a quello che avviene nella formulazione di ogni ipotesi o teoria in campo scientifico: si osservano i dati forniti dalle varie sperimentazioni e si cerca una spiegazione comune a tutti. Nel metodo da noi seguito, abbiamo osservato quei tipi di interventi che chiaramente si andavano rivelando utili per il raggiungimento degli obiettivi e li abbiamo unificati, per successivi tentativi, in una prassi terapeutica; abbiamo cercato quindi una spiegazione teorica che sottendesse a questa prassi. In altri termini, il nostro tentativo è di integrare tecniche differenti in un quadro operativo ed interpretativo più vasto.

Ciò è quanto ci siamo sforzati di fare nel nostro lavoro, sebbene l'esposizione che segue, per motivi di ordine logico, presenti una disposizione inversa: dalle posizioni teoriche alle applicazioni pratiche.

Pur non nutrendo pregiudizi per l'eclettismo, la nostra posizione non ci sembra che possa essere considerata tale, anche se per alcuni versi vi si possa accostare: noi siamo partiti da precise osservazioni e tendiamo a formulare uno schema di intervento unitario coerente ad esse. Prendiamo nello stesso tempo atto che ogni scuola ha avuto il merito di approfondire alcuni aspetti della scienza psicologica e che, in determinati casi, delle tecniche sviluppate da singole scuole possano brillantemente servire ad aiutare una persona che vive un particolare stato di disagio.

Non reputiamo però indispensabile, per far uso di queste tecniche, aderire a tutti i presupposti teorici enunciati dalle rispettive scuole; vi sono tecniche sviluppate da una determinata scuola che restano valide anche se usate in un contesto diverso.

Svilupperemo più ampiamente questo concetto nella seconda parte del lavoro.